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Gita fuori porta: Barolo, tra sapori e storia

cosa vedere a Barolo

Il Piemonte è una regione ricca di luoghi e sapori particolarmente importanti. In particolare il paesaggio delle Langhe regala emozioni ogni giorno dell’anno alternando tra poggi, castelli che svettano su colline e numerose e ricche enoteche. Non a caso i paesaggi vitivinicoli delle Langhe – Roero e Monferrato sono stati eletti zona Unesco, diventando il 50° sito italiano. Un’eccellenza delle zone è il vino Barolo che prende origine nell’omonimo borgo.

La storia di Barolo

Il primo paese che viene in mente nell’area è Barolo, luogo d’origine dell’omonimo vino. Proprio come il vino, anche il piccolo borgo ha origini molto antiche, essendo stato luogo di insediamento fin dalle origini barbariche. Pare infatti che il nome derivi dalla lingua celtica bas reul che vuol dire “luogo basso”, a causa della sua posizione contornato da colline.

Solo nel 1600 il borgo prende il nome di Barrolo o Barrollo. Nel periodo longobardo e poi di Carlo magno, Barolo passa sotto il dominio di diverse zone, in particolare delle Contea di Alba e poi della Marca di Torino. In questo periodo Berengario I dà il via ai lavori di edificazione del castello.

Successivamente la famiglia Falletti, composta da ricchi banchieri, acquisisce il territorio gestendolo e arricchendole per alcuni secoli. Nei primi anni del ‘700 Barolo diventa Marchesato con Gerolamo Falletti, futuro viceré di Sardegna.

Come molte altre realtà rurali piemontesi e non solo, anche Barolo ha risentito del periodo post seconda guerra mondiale e del boom economico che ha visto lo svuotarsi delle campagne, soprattutto da parte dei più giovani per migrare verso le città. Ma negli anni ’70 la tendenza si inverte e Barolo diventa una delle realtà vitivinicole e produttive italiane di importanza mondiale.

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Il vino e altre tappe imperdibili a Barolo

La storia del suo vino è raccontata al WIMU, il Museo del vino inaugurato nel 2010 nelle sale del castello, attraverso un percorso ideato appositamente per coinvolgere il visitatore in quella che è la produzione, la cultura e la tradizione del nettare degli dei. Il WIMU è aperto tutti i giorni dal lunedì alla domenica dalle 10.30 alle 19. Per maggiori informazioni consigliamo di visitare il sito. Un altro importante museo sempre collegato al vino è il museo del cavatappi, visitabile in un’antica cantina dalle volte a botte.

Barolo è una tappa assolutamente da vedere, oltre che per il suo museo del vino, anche per il borgo in sé, di origine medievale e che ancora oggi ne conserva le tracce lungo i suoi vicoli. Tra gli edifici più importanti si trova anche la chiesa di San Donato, ricostruita nel Settecento sui resti una chiesa antecedente. Al suo interno, di fronte all’altare maggiore, è custodita la tomba dei Falletti.