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Corsi sommelier a Milano: intervista a Hosam Eldin dell’AIS

Dal 2010 è il delegato dell’AIS (l’Associazione italiana dei sommelier) a Milano, il primo non europeo: di origini egiziane, coltiva questa passione nell’ambito associativo da oltre un decennio, anche grazie alla moglie di origini marchigiane, che gli regalò il primo corso per diventare sommelier.

Hosam Eldin Abou Eleyoun ci accoglie al Westin Palace Hotel, a margine di una notevole degustazione dedicata a sei vitigni autoctoni di tre aziende biologiche (il siciliano Barraco, il calabrese ‘A vita e l’emiliano Ca’ de Noci) per capirne di più sull’associazione e la sua cultura del vino.

Quali sono le attività di AIS Milano?

“In Lombardia abbiamo oltre 4mila soci, realizziamo una guida regionale di qualità, con oltre 50 esperti e aziende. Nonostante la crisi attuale notiamo grande interesse, abbiamo dovuto allargare a 80 posti la nouva École de champagne. L’attuale corso per sommelier di primo livello a Milano ha 200 iscritti, per i giovani under 25 c’è uno sconto di 50 euro”.

Chi si si avvicina a quest’attività? E quanto costa?

“Non c’è un identikit preciso, si va dalla casalinga al professore universitario. L’AIS è su Facebook e ha  una rivista. Associarsi costa 80 euro l’anno per l’AIS nazionale più 30 euro per la Lombardia, ma basta partecipare ad alcuni eventi e già si ripaga il valore della tessera. Gli eventi sono aperti ai soci e spesso anche ai loro amici”.

Qual è il rapporto dei milanesi con il vino?

Milano è una città complessa per le molteplici tendenze, anche all’interno di uno stesso quartiere, ma ci sono molti punti fermi e alcuni grandi enotecari”.

Come insegnate la  cultura del bere con intelligenza?

“Un esempio: nel 2013 partiranno i nuovi corsi sui distillati, con un occhio di riguardo alla effetti sulla salute. Per spiegarlo, abbiamo partecipato al Gran Premio d’Italia assieme ai responsabili dei vigili della provincia di Monza e abbiamo un progetto Bere bene in cinque istituti alberghieri lombardi.

Cosa pensa dei nuovi bicchieri in commercio per ridurre il tasso di alcool e le calorie?

“Partecipiamo a studi di questo tipo, ma abbiamo creato un nostro calice. Il vino non va snaturato, altrimenti non si tratta di prodotti per veri appassionati ma per chi vuole bere di più. Le quantità, nelle nostre degustazioni, sono dosate in modo da non avere problemi al termine”.

Quali errori evitare per bere ‘bene’ un vino?

“Servirlo troppo caldo o troppo freddo, il fumo, la stanchezza eccessiva, odori forti come cipolla, aglio e peperoncino. Anche la temperatura nella stanza va regolata, non deve essere troppo alta”.

Quanto costa un kit essenziale?

“Termometro, cavatappi professionale e pinza per sbloccare gli spumanti: circa 25 euro in tutto”.

andrea.paternostro@milanoweekend.it