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Visita al Collegio di Sant’Alessandro, luogo di istruzione del Seicento

Collegio di Sant'Alessandro

Le Università di Milano spesso hanno delle sedi dislocate in giro per la città rispetto alla sede principale, e l’Università Statale non è da meno.

Una delle sue sedi, nota come il Collegio di Sant’Alessandro, si trova nell’omonima piazza, insieme ad altri palazzi importanti come Palazzo Trivulzio, Palazzo Pusterla Brivio e la bellissima chiesa di Sant’Alessandro in Zebedia, ed è uno degli esempi di edifici secenteschi meglio conservati di Milano.

Collegio Sant’Alessandro: luogo di istruzione dal Seicento

Il Collegio di Sant’Alessandro nacque nel 1589 per volere di Papa Sisto V che donò la vicina chiesa di Sant’Alessandro ai Barnabiti. In poco tempo vennero assorbite anche le proprietà circostanti e fu Lorenzo Binago, confratello e architetto, a ripensare la piazza lastricata con una chiesa e un convento.

Nel 1603 Monsignor Giovanni Battista Arcimboldi fece una donazione ai Barnabiti per aprire un collegio dedicato allo studio per i milanesi meno abbienti e in poco tempo, nel 1609, partirono le lezioni delle Scuole Arcimbolde, tenute dai Barnabiti.

Successivamente nelle aule e nel cortile del Collegio di Sant’Alessandro passarono le Scuole Palatine, il Liceo di Brera, mentre in epoca austriaca si trovava il Collegio Imperial Regio che diventò poi Liceo Beccaria, spostato successivamente nel 1958 in via Linneo. Oggi è una delle sedi dislocate dell’Università Statale.

Architettura del Collegio Sant’Alessandro

Il Collegio che vediamo oggi fu realizzato dall’architetto Gian Battista Paggi nella seconda metà del XVII secolo, sulla base di edifici preesistenti e sui disegno del Binago, che realizzò anni prima la struttura della zona e della piazza.

Esternamente la facciata su due ordini ha un’impronta tardobarocca e un enorme portale d’ingresso.

Entrando si nota subito il cortile quadrato porticato su due lati e col piano superiore poco arricchito di decorazioni e privo di intonaco ma con eleganti finestre a timpano che completano l’armonia architettonica.  Per raggiungere il piano superiore inoltre si accede da uno scalone monumentale su tre rampe.