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Angry Birds, convince il film ispirato al celebre videogioco: la recensione

Angry Birds recensione
Angry Birds La recensione

Tratto dal celebre videogioco finlandese della Rovio, è uscito nelle sale italiane Angry Birds in 3D, il film di animazione diretto da Clay Kaytis e Fergal Reilly. Una trama poco impegnativa, semplice, ma tutt’altro che scialba.

Il film parte dall’analisi (come del resto già sviluppata dal riuscitissimo Inside Out) di un’emozione negativa come la rabbia, un sentimento che mal si concilia con il prossimo e la società di Angry Birds. In un mondo conformista “carino e coccoloso” made Keyts&Reilly, Red (il protagonista) rosso pennuto accigliato, dalla rabbia incontrollata, non riesce ad integrarsi in questa sorta di candy land popolata da pulcini dagli occhi tondi e irresistibilmente amorevoli.

Eppure il nostro amico Red è dotato di “buon senso critico”, privato di quel paraocchi che lo aiuta poco nella gestione della rabbia, ma molto nell’osservazione disillusa della realtà. Insieme agli amici Chuck e Bomd – rabbiosi come lui – Red riuscirà a coinvolgere nell’indignazione e nell’inevitabile collera la comunità di ex-creduloni pennuti, ora disposta a difendersi con “artigli e becco” dall’attacco dei loschi e festaioli maiali.

Sarà proprio il gruppetto di insospettabili a conquistare i concittadini, a dispetto del supereroe Grande Aquila (una gloria del passato) che più che il Superman statuario della vicenda, sembrerebbe la versione di Drugo del “Grande Lebowski”. Angry Birds non è solo un divertente concentrato di humor e divertimento, ma invita anche alla riflessione.  Supportato da un buon doppiaggio con le voci di Maccio Capotonda, Francesco Pannofino, Chiara Francini e Alessandro Cattelan, che riescono a dare ritmo dinamico e personalità convincente ai personaggi.

Insomma, Angry Birds piacerà non solo al piccolo pubblico, ma anche al più disincantato spettatore adulto.

Voto per noi: 7,5

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