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Addio a Joe Cocker, nel 2010 l’ultimo concerto a Milano

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È stato uno dei più grandi cantanti blues e rock degli ultimi 50 anni. Stroncato a 70 anni da un tumore ai polmoni, Joe Cocker è morto oggi a casa sua nel piccolo centro abitato di Crowford, in Colorado (Stati Uniti) ma era originario di Sheffield, nel Nord dell’Inghilterra, dove dal 2007 è inserito nella “walk of fame” dedicata alle leggende cittadine. L’anno dopo ricevette una delle più importanti onorificenze del Regno Unito, quella di membro dell’Ordine dell’Impero Britannico.

Cocker raggiunse un successo straordinario nel 1968, balzando in testa alle classifiche inglesi con la sua interpretazione di With a little help from my friends dei Beatles, cantata dal vivo l’anno dopo al mitico festival di Woodstock al quale parteciparono 400mila persone (video qui sopra). Era il 17 agosto e la sua performance conclusiva fu anche l’ultimaa prima del nubifragio che interruppe il grande evento per alcune ore.

La sua voce roca e inconfondibile è nota al di fuori delle platee rock per You can leave your hat on (scritta da Randy Newman) colonna sonora dello spogliarello cult di Kim Basinger nel film Nove settimane e mezzo e per eccellenza di ogni striptease, ancora oggi. Unchain my heart è un altro dei suoi brani più famosi, mentre con Up where we belong vinse nel 1983 il Grammy Award, l’Oscar della musica, assieme a Jennifer Warnes.

Il 14 novembre 2010 è una delle date più care ai suoi fan milanesi, perché al PalaSharp si tenne l’ultima esibizione di Joe Cocker, fisicamente fuori forma ma ancora pienamente in grado di emozionare il suo pubblico con una lunga performance dal vivo (video qui sotto) raccontata dai commenti commossi dei fan e dall’appassionata recensione che ne fece LifeGate.

Curioso anche l’aneddoto riportato dal Corriere della Sera, che racconta come Cocker nel concerto del 1972 a Milano scherzò con il pubblico dicendo che i segni sul suo braccio erano “punture di zanzara”: ironia amara, soprattutto se si pensa a quando nel 2007 Joe ammise che parecchie esibizioni live dell’epoca avevano risentito in negativo dei suoi problemi con alcool e droga (l’eroina, però, disse che si limitava a sniffarla).