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All’HangarBicocca la mostra inedita sugli Ambienti spaziali di Lucio Fontana

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Lucio Fontana, Fonti di energia, soffitto al neon per “Italia 61”, a Torino, 1961/2017, veduta dell’installazione in Pirelli HangarBicocca, Milano, 2017. Courtesy Pirelli HangarBicocca, Milano. ©Fondazione Lucio Fontana Foto: Agostino Osio

 


 


Probabilmente lo conoscete per i suoi tagli, per quegli squarci verticali con cui lavorava la sua materia che in quel caso era la tela, eppure Lucio Fontana per tanti anni – quasi 20 – portò avanti lo studio e la produzione degli Ambienti spaziali. Stanze, corridoi, labirinti percorribili che quasi sempre venivano distrutti al termine dell’esposizione.

Ambienti/Enviroments, la nuova mostra all’HangarBicocca a ingresso gratuito esplora proprio questo particolare aspetto della produzione dell’artista italiano nato in Argentina ma che scelse Milano come meta ideale per la sua carriera.

A partire dal 21 settembre e fino al 25 febbraio 2018, potrete non solo ammirare, ma proprio avere un rapporto fisico con 9 dei 18 ambienti che sono stati ricostruiti all’HangarBicocca. Ambienti formati da materiali molto innovativi per l’epoca come vernici fluorescenti, luci al neon e luci di Wood (sorgente luminosa che emette radiazioni elettromagnetiche prevalentemente nella gamma degli ultravioletti)  e da elementi strutturali come pavimenti instabili o a pianta ondulata. Tutte soluzioni che fanno avere un rapporto diretto con il visitatore, che lo mettono al centro dell’opera.

Vi potrà infatti capitare di camminare su una superficie morbida dopo avere avuto accesso a una delle stanze tramite un corridoio stretto e buio, così come di entrare in una stanza totalmente bianca, quasi labirintica, per ammirare uno dei tagli di Fontana o ancora di immergervi in un ambiente completamente rosso e sentirvi davvero attraversati dal colore.

Per tutto questo, vi consigliamo di andare senza tacchi – vista la delicatezza del materiale dovrete togliervi le scarpe (in ogni caso si indossano comunque i calzari usa e getta sopra le scarpe) – e preparati a stare in degli spazi chiusi che vale sicuramente la pena di vedere, ma che magari possono dare qualche fastidio a chi soffre di claustrofobia.

Il percorso della mostra all’Hangar Bicocca

L’esposizione si apre con la Struttura al Neon per la IX Triennale di Milano (1951), concepita da Fontana come apparato decorativo per la IX Triennale di Milano.

Il grande neon, un arabesco fluorescente di circa cento metri, appeso all’ingresso dello spazio espositivo, introduce alla sequenza cronologica degli ambienti, a iniziare dal primo realizzato dall’artista, Ambiente spaziale a luce nera (1948-1949), presentato presso la Galleria del Naviglio a Milano nel 1949. Una stanza illuminata dalla luce di Wood con una scultura astratta dipinta con colori fluorescenti appesa al centro.

L’opera rappresenta il superamento dell’idea di dipinto e di scultura. Lo spazio circostante e la presenza dello spettatore sono inclusi come elementi centrali dell’opera. Lo diceva lo stesso Fontana: “la sala tutta nera, la luce di Wood, col colore fluorescente che dava questo senso di vuoto, un senso, una materia completamente nuovi per il pubblico” (L. Fontana in Autoritratto, Carla Lonzi, et al./edizioni, Milano, 2010).

Passa più di un decennio dalla presentazione del primo ambiente – che sembra già sperimentale adesso, figuriamoci a quei tempi – perché Fontana venga richiamato in occasione della XIII Triennale di Milano. Realizza così due corridoi, denominati Utopie insieme all’artista e architetto Nanda Vigo. Li troverete all’HangarBicocca come due ambienti, uno nero con una parete incurvata e con una serie di fori da cui filtra luce al neon verde, e l’altro, ricostruito per la prima volta, contraddistinto da muri e soffitti ricoperti di tappezzeria rossa metallica, da lastre in vetro “Quadrionda” e da tubi al neon rossi.

Se in questi ambienti, che si presentano come rielaborazioni di Ambiente spaziale a luce nera, Fontana utilizza giochi ottici e oscurità per produrre spaesamento nell’osservatore, in altri impiega strutture labirintiche e luci colorate al neon per alterare lo spazio e l’esperienza del pubblico. Così succede nei 3 ambienti successivi, ricostruiti per la prima volta, concepiti per il tour europeo della mostra americana, presentati infatti a Eindhoven e Amsterdam.  Fontana reintroduce l’elemento scultoreo, ma rielabora le sue forme realizzando una sagoma in legno dipinta di nero e con i contorni bianco fluorescente che riecheggiava la serie dei “Teatrini”.

In Ambiente spaziale con neon un tubo rosso al neon è sospeso al soffitto della stanza, rivestita di tessuto rosa, mentre Ambiente spaziale a luce rossa è composto da una serie di corridoi e strutturato come un labirinto, connotato da colori rossi fluorescenti e luci al neon. A seguire vedrete poi Ambiente spaziale, realizzato nello stesso anno in occasione della mostra “Lo spazio dell’immagine” a Palazzo Trinci di Foligno.

L’ultimo ambiente – concepito per Documenta nel 1968, anno della scomparsa dell’artista – Ambiente spaziale in Documenta 4, a Kassel è disposto a conclusione del percorso cronologico nelle Navate. Quest’opera si presenta come uno spazio labirintico, dipinto di bianco, che come vi accennavamo, porta a un grande taglio sul muro, unico segno lasciato da Fontana.

La mostra si conclude all’interno dello spazio del Cubo con Fonti di energia, soffitto di neon per “Italia 61”, a Torino, opera monumentale costituita da sette livelli di tubi di luce colorata al neon, progettata da Fontana a Torino nel 1961 per il padiglione Energie in occasione delle celebrazioni del centenario dell’Unità d’Italia.

Perché vedere la mostra su Lucio Fontana

I motivi sono tanti. Eccone alcuni:

  • Se per voi Fontana è noto solo per i suoi “Tagli” – sebbene ci sono suoi lavori anche al Monumentale, per fare un esempio – avrete modo di conoscere, tramite questa mostra, la forza dirompente della sua ricerca per superare la seconda e terza dimensione.
  • Si tratta di ambienti inediti che non potrete vedere in nessun altro posto, anche se come detto da Marina Pugliese, co-curatrice “gli ambienti sono effimeri quindi possono essere riprodotti ovunque e speriamo lo sia”. E perché, sempre stando alle sue parole “è una mostra innovativa e coraggiosa“.
  • Dietro c’è un grandissimo lavoro di ricerca e ricostruzione delle fonti, non solo storiche, ma anche materiali.
  • A dispetto di molte mostre in cui il visitatore è passivo, qui sarete davvero protagonisti di un’esperienza immersiva che sono certa coinvolgerà tutti i vostri sensi.

RIASSUMENDO

Lucio Fontana – Ambienti/Enviroments
21 settembre 2017 – 25 febbraio 2018 (inaugurazione il 20 settembre alle 19)
Pirelli HangarBicocca
Ingresso gratuito
Per ulteriori informazioni: www.hangarbicocca.org

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