Pubblicato in: Cinema Mostre

Carne y Arena: alla Fondazione Prada l’opera in realtà virtuale di Alejandro Iñárritu

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Foto: Neil Kellerhouse




È ormai da qualche anno che gli esperti del settore parlano della realtà virtuale come della nuova tecnologia che dovrà prendere il posto del cinema, dei videogiochi o di entrambi, ma finora nessuna applicazione ha mostrato potenzialità di questo genere. È per questo che gli appassionati attendono con grande curiosità di poter provare Carne y Arena (Virtually Present, Physically Invisible), l’installazione in VR ideata e realizzata da Alejandro G. Iñárritu.

L’attesa si può spiegare facilmente ricordando due dati: il cineasta messicano ha infatti vinto il premio Oscar per la miglior regia per due anni consecutivi (nel 2015 per Birdman e nel 2016 per Revenant – Redivivo) e il suo rivoluzionario cortometraggio esperienziale è stato presentato alla 70esima edizione del Festival di Cannes in una sezione creata per l’occasione.

Insomma, il progetto che la Fondazione Prada renderà disponibile ai suoi visitatori dal 7 giugno 2017 al 15 gennaio 2018 si preannuncia come molto interessante e inoltre anche estremamente attuale. Si tratta fra l’altro di una nuova collaborazione tra la struttura e il regista, visto che già l’anno scorso questi aveva presentato Flesh, Mind and Spirit, una selezione di 15 film fondamentali per la sua formazione

Carne y Arena è infatti basato sul racconto di fatti realmente accaduti e, cercando di abbattere i confini tra spettatore e protagonista, permette ai visitatori di camminare virtualmente in un vasto spazio per rivivere in prima persona un frammento del viaggio di un gruppo di rifugiati.

Al visitatore viene infatti chiesto di togliersi le scarpe, indossare il visore e camminare con la sabbia tra le dita, sperimentando al contempo il freddo e la fatica delle persone che cercano di oltrepassare le barriera: in un certo senso ciò che l’installazione offre è la possibilità di mettersi letteralmente nella pelle degli altri.

I sei minuti e mezzo di esperienza individuale sono frutto della collaborazione tra Iñárritu e il direttore della fotografia Emmanuel Lubezki (collaboratore di fiducia di Terrence Malick e tre volte premio Oscar). Il cineasta racconta di aver voluto “sperimentare con la tecnologia VR per esplorare la condizione umana e superare la dittatura dell’inquadratura, attraverso la quale le cose possono essere solo osservate, e reclamare lo spazio necessario al visitatore per vivere un’esperienza diretta nei panni degli immigrati, sotto la loro pelle e dentro i loro cuori”.

Per poter accedere all’installazione sarà necessario prenotare online al sito ufficiale della Fondazione Prada.

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