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Alla Pinacoteca di Brera il Cristo morto del Mantegna dialoga con i quadri che lo ripresero

Brera dialogo Mantegna generale

Con James Bradburne al comando (qui i dettagli del progetto del nuovo direttore e la nostra intervista), la Pinacoteca di Brera punta molto sui dialoghi pittorici tra i capolavori dell’accademia milanese e soggetti analoghi, opera di artisti contemporanei o successivi agli autori. L’iniziativa del manager anglo-canadese nasce per accompagnare il riallestimento totale delle 38 sale del museo, che sarà completato nel 2018.

Fino al 27 giugno è visibile il primo “dialogo” intorno allo Sposalizio della Vergine di Raffaello, al quale è stata affiancata l’omonima tavola del Perugino. Il secondo “dialogo” Attorno al Mantegna e al suo capolavoro Cristo morto (tra le opere più ammirate della Pinacoteca e prima tra le visite al nuovo sito web del museo), presentato oggi alla stampa, sarà visibile al pubblico da giovedì 16 giugno, con ingresso gratis per tutta la prima giornata. Ecco l’anteprima di Milano Weekend.

Brera dialogo Mantegna generale

Carracci e Borgianni

I due dipinti “fratelli” del Cristo morto sono di Annibale Carracci (Staatsgalerie di Stoccarda) e di Orazio Borgianni (Galleria Spada di Roma): per questa occasione, il museo ha ripensato le sale dalla II alla VII.

L’opera di Carracci (Cristo morto e strumenti della passione) riprende il capolavoro originale per drammaticità prospettica e aggiunge elementi di cruda riflessione, mettendo in primo piano i chiodi della crocifissione e la corona di spine; non sono presenti i “dolenti” cioè le figure come Maria Maddalena.

Gli “affetti” che erano stati protagonisti nell’opera del Mantegna tornano invece nel quadro del Borgianni, dove l’occhio nota subito, oltre all’accentuata rappresentazione del lutto e della sofferenza nei volti umani, la luce e il chiaroscuro inconfondibili per un maestro caravaggesco come l’artista romano.

Quale valore… e per chi?

Una rivoluzione copernicana: così il direttore di Brera – nel volume che accompagna l’iniziativa, edito da Skira – definisce le riforme avviate dal ministro Franceschini, con la nomina al vertice dei principali musei italiani di vari direttori stranieri (tra cui lo stesso Bradburne) scelti tra i manager più quotati. Secondo l’analisi, l’attenzione dello Stato si è finalmente spostata dalla tutela alla valorizzazione, grazie all’autonomia delle strutture, seppur limitata, che implica la possibilità di rispondere alla domanda “quale valore e per chi?”.

L’obiettivo non è il semplice “valore economico sotto forma di visite turistiche” ma creare “un luogo dove ritroviamo il nostro passato per aiutarci a creare il futuro”, una visione ampia del museo come istituzione per “alimentare i propri problemi di conoscenza, più che per subire alienanti e coercitive lezioni” come disse nel 1971 Franco Russoli, allora direttore della Pinacoteca.

Lo sviluppo del museo

Tra le novità della Pinacoteca c’è una nuova vetrata nel corridoio principale, “che diventa trasparente in tutti i sensi e permetterà lo sviluppo del museo con un percorso più chiaro, la creazione di un nuovo spazio caffè e l’apertura della porta principale chiusa dal 1930″ ha detto oggi Bradburne. Un approccio in linea con le attuali tendenze minimaliste del design, per entrare e uscire facilmente dagli ambienti senza intralciare la fruizione.

RIASSUMENDO

Attorno a Mantegna – Pinacoteca di Brera (metro M2 Lanza)
16 giugno (gratis il primo giorno) e fino al 25 settembre 2016
Incluso nel prezzo della Pinacoteca (intero 10 euro, ridotto 7 euro)

A cura di Keith Christiansen