Il pianista Roberto Binetti in concerto al MaMu: l’intervista

Roberto Binetti live

Roberto Binetti live

Un album al contempo energico e delicato, che evoca e mischia vibrazioni di energia e relax, mai contrapposte ma coerenti nel fluire giocoso e spontaneo della musica, edita dopo tanti anni di carriera dietro i tasti bianchi e neri del pianoforte, al fianco di artisti come Rossana Casale e Gloria Gaynor.

Stiamo parlando di Universo Fantasia, il primo lavoro discografico di Roberto Binetti, pianista e compositore milanese di lunga esperienza tra jam session, esibizioni nei locali “di una volta” come il Capolinea, il Tangram o le Scimmie, numerose apparizioni live e televisive, anche al fianco del maestro Peppe Vessicchio (al quale l’ultimo Sanremo ha tributato tutto l’affetto possibile, anche da parte del pubblico giovane e “social”).

L’opera originale di Binetti, pubblicata nel 2015, sarà presentata per la prima volta dal vivo a Milano giovedì 25 febbraio a partire dalle ore 19.30 al MaMu – Magazzino Musica in via Soave 3 (a 10-15 minuti di camminata dalla metro gialla M3, fermata Lodi) con l’importante presenza musicale della violoncellista Francesca Ruffilli.

Binetti è anche protagonista, con l’Ensemble Vocale Ambrosiano, di un’intensa attività benefica “che ha già raccolto decine di migliaia di euro negli ultimi anni, dai concerti nelle piccole parrocchie a quelli più importanti, anche all’estero” ci racconta il musicista milanese.

Alle spalle anche una collaborazione teatrale con Ale e Franz, in particolare per il loro spettacolo dal vivo Tanti Lati – Latitanti, per il quale ha composto musiche “rarefatte ma connotate, al servizio del testo teatrale, usando il potere della musica di sottintendere un’immagine” spiega Binetti.

Quali sono i suoi prossimi progetti? 

“Stiamo lavorando per ‘vestire’ l’album Universo Fantasia con altre sonorità, dall’oboe al clarinetto. Inoltre, mi sto occupando di colonne sonore e di un musical per bambini, che ho già scritto”.

Com’è cambiato il modo di far musica a Milano?

“Dalla fine degli anni ’70 la città ha sempre prodotto buona musica, c’era molto fermento nei locali storici e molte opportunità per proporsi. Non solo il pubblico, ma anche i gestori ci tenevano a ospitare musica ‘colta’. Tutto è cambiato negli anni ’90, con varie chiusure. Oggi seguo, per la classica, soprattutto l’Auditorium de LaVerdi e i concerti per organi, come quelli organizzati in Santa Maria della Passione; per la leggera e il jazz, il Blue Note è sempre un punto di riferimento”.

Ha in mente location da sogno per un live? Quali eventi e situazioni musicali a Milano apprezza di più?

“Sarebbe il massimo poter suonare un pianoforte a coda all’aperto, sotto le stelle e la luna, su una scogliera in riva al mare: la natura è il vero sogno. In Italia seguo con grante interesse Umbria Jazz. A Milano, ho apprezzato molto la rassegna all’Orto Botanico e di recente il progetto Area M“.