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Paolo Rossi al Piccolo con il suo Molière

Sara Ridolfo 8 anni fa
Paolo Rossi

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L’improvvisazione di Versailles
(L’Impromptu de Versailles) è un’opera teatrale scritta da Molière nel 1663 in cui l’autore porta in scena se stesso e la sua compagnia, mettendo a nudo le sue idee sull’arte drammatica. L’intento era quello di fondare la nuova commedia di carattere e di costume e di realizzare opere che attraessero non solo il pubblico della corte e di Parigi, ma anche la “platea che si lascia coinvolgere”.

Dal 12 al 24 gennaio 2016, al Piccolo Teatro Strehler di Milano, andrà in scena “Molière: la recita di Versailles“, ovvero la riscrittura dell’opera di Molière, firmata da Stefano Massini, Paolo Rossi e Giampiero Solari che porta in scena una divertente rappresentazione della vita quotidiana dei teatranti, alla ricerca del capolavoro, tra brani tratti dalle commedie più celebri e stralci della biografia per lo più sconosciuta e affascinante del grande capocomico francese.

In Molière: la recita di Versailles, Paolo Rossi alterna alle vesti di Molière quelle del Rossi capocomico, interpretando sé stesso, intento a capitanare la sua compagnia. Il gioco di rimandi e parallelismi è continuo e profondo. Il rapporto tra l’uomo Molière e le opere che scriveva e metteva in scena era strettissimo, proprio come accade in questa nuova commedia. «Molière mi attira perché subisco il fascino di quell’epoca; da capocomico, mi sento vicino a lui, ai suoi problemi, sia nella vita sia nella gestione della quotidianità del teatro» – sostiene Rossi – «mi attira perché è trasgressivo e innovatore, ma con ampio sguardo verso la tradizione».

Si racconta che re Luigi XIV chiese a Molière una nuova commedia da rappresentare a corte la sera stessa: “Cosa accade se il Re in persona esige una commedia che debutti in sua presenza alle 18:00 in punto?si chiede Stefano MassiniNasce il dramma del capocomico: restare lucido, sfruttare il genio, correre contro il tempo e partorire in men che non si dica un capolavoro. In questo caso la crisi è a un passo. Perché tutto filerebbe molto più liscio se il nostro monsieur Molière avesse la testa sgombra, senza le angherie dei suoi avversari, senza le sfuriate delle sue donne, senza i morsi del portafogli e delle mille quotidiane trappole. Basterebbe un po’ di pace, al capocomico. E allora sì che Sua Maestà avrebbe la sua recita. O meglio: un’ipotesi di recita. Una traccia? Un’improvvisazione, ecco. Tentare è tutto. Senza paracadute”.

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