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Film girati a Milano: da De Sica a Zalone, 10 memorabili ciak all’ombra della Madunina

Totò-Peppino-e-la-malafemmina-con-il-ghisa“Excuse me… bittescèn, noyo volevàn savuàr l’indiriss… ja?”: chi non ricorda la celebre frase rivolta da Totò a un vigile urbano in Totò, Peppino e… la malafemmina? La scena dei due fratelli Caponi, giunti alla stazione centrale di Milano intabarrati come cosacchi nonostante il clima primaverile (la nebbia a Milano “c’è e non si vede”) e convinti che nel capoluogo meneghino non si parli italiano, è forse quella che meglio rappresenta i tanti capolavori del cinema nostrano girati a Milano. Soprattutto fra gli anni Cinquanta e gli anni Ottanta, la città è stata il set di moltissime pellicole che raccontano il boom economico e l’immigrazione dal Sud. Gli anni Novanta e soprattutto i Duemila, al contrario, sono stati quelli della corruzione e della crisi, ma anche delle commedie di maggiore successo.

Ecco quindi per voi una selezione di 10 film girati a Milano, all’ombra della Madunina.

Miracolo a Milano (Vittorio De Sica, 1951). Tratto dal romanzo Totò il buono di Cesare Zavattini, il film si sviluppa come una favola che ha per protagonista un ragazzo orfano che sogna un mondo dove «Buongiorno voglia davvero dire buongiorno». Memorabile la scena in cui, rubate delle scope ai netturbini in una piazza Duomo affollatissima, tutti i protagonisti vi salgono a cavallo per poi volare nel cielo di Milano. Questa scena ha ispirato Spielberg nel celebre volo con le biciclette in E.T. 

Totò, Peppino e… la malafemmina (Camillo Mastrocinque, 1956). I fratelli Antonio e Peppino Caponi raggiungono Milano da Napoli sulla tracce del nipote Gianni: il giovane, studente di medicina, si è innamorato di Marisa, ballerina di avanspettacolo, e l’ha seguita al Nord. I due vogliono convincere i ragazzi a lasciarsi e tentano di persuadere Gianni a tornare a casa. Oltre alla mitica scena con il ghisa in Duomo, celeberrima anche la famosa lettera alla “malafemmina”:

“Signorina
veniamo noi con questa mia addirvi una parola che che che scusate se sono poche ma sette cento mila lire; noi ci fanno specie che questanno c’è stato una grande morìa delle vacche come voi ben sapete.: questa moneta servono a che voi vi con l’insalata consolate dai dispiacere che avreta perché dovete lasciare nostro nipote che gli zii che siamo noi medesimo di persona vi mandano questo [la scatola con i soldi] perché il giovanotto è studente che studia che si deve prendere una laura che deve tenere la testa al solito posto cioè sul collo.;.;
Salutandovi indistintamente i fratelli Caponi (che siamo noi i Fratelli Caponi).”

Rocco e i suoi fratelli (Luchino Visconti, 1960). L’idroscalo e il Ponte della Ghisolfa fanno da sfondo alle scene più drammatiche del capolavoro di Visconti che narra le vicende della famiglia lucana dei Parondi da quando, alla morte del padre, Rocco, su iniziativa di sua madre, raggiunge insieme a lei e ai suoi fratelli, Simone, Ciro e Luca, il loro fratello più grande, Vincenzo, emigrato già da qualche tempo a Milano, nella speranza di cambiare vita.

Ieri, oggi, domani (Vittorio De Sica, 1963). Articolato in tre episodi ambientati nelle maggiori città italiane (Napoli, Milano, Roma), il film vincitore dell’Oscar al miglior film straniero nel 1965 è interpretato dai meravigliosi Marcello Mastroianni e Sophia Loren. Il capoluogo lombardo fa da sfondo al secondo episodio, Anna, in cui una ricca signora intrattiene una tresca amorosa con un uomo di modeste condizioni.

L’albero degli zoccoli (Ermanno Olmi, 1978). Vincitore della Palma d’oro al 31º Festival di Cannes, il film di Olmi è ambientato fra il 1897 e il 1898 e racconta le vicende di quattro famiglie di contadini che vivono in una cascina di pianura a Palosco, nel bergamasco. Uno degli episodi riguarda Stefano e Maddalena, due giovani sposi che arrivano in una Milano agitata dai tumulti della cosiddetta Protesta dello stomaco meglio conosciuta come la repressione del Generale Bava Beccaris del maggio 1898.

Eccezzziunale… veramente (Carlo Vanzina, 1982). La commedia interpretata da Diego Abatantuono racconta la vita di tre tifosi: il milanista Donato, l’interista Franco e lo juventino Tirzan. Donato, detto “Rass della Fossa”, è un giovane che vive insieme ai genitori e ai numerosi fratelli nella periferia di Milano. È il capo ultrà del Milan e, dopo un derby perso, ha una colluttazione con Sandrino il Mazzulatore, capo ultrà dell’Inter. Sandrino finisce accidentalmente in coma e Donato, preso dal rimorso, va a trovarlo in ospedale dove conosce la sua fidanzata, Loredana, che finirà per innamorarsi di lui.

Maledetto il giorno che t’ho incontrato (Carlo Verdone, 1992). Bernardo (Verdone), giornalista romano che vive a Milano dove sta ultimando una biografia di Jimi Hendrix , frequenta un analista perché, dopo essere stato lasciato dalla sua compagna, soffre di depressione e ipocondria. Durante le sue sedute conosce Camilla, attrice complessata che, come lui, fa largo uso di antidepressivi e ansiolitici.

Chiedimi se sono felice (Massimo Vernier e Aldo Giovanni e Giacomo, 2000). La maggior parte dei film del trio comico italiano per eccellenza è ambientata a Milano. Non fa eccezione Chiedimi se sono felice, in cui tre amici con il sogno di produrre uno spettacolo teatrale litigano per una donna, fino a che…

Cado dalle nubi (Gennaro Nunziante, 2009). Con l’incasso record di 14.073.000, la commedia autobiografica ha come protagonista il giovane cantante di Polignano Checco Zalone che, mentre sogna di entrare nel mondo dello spettacolo, lavora part-time nella ditta di suo zio come muratore. Dopo la rottura con la storica fidanzata Angela, si trasferisce a Milano, ospite del cugino omosessuale Alfredo.

Happy Family (Gabriele Salvatores,  2010). Dopo Marrakesh Express, il premio Oscar Gabriele Salvatores torna ad ambientare un film a Milano, dove è cresciuto. Si tratta di una commedia deliziosa ispirata all’omonimo spettacolo teatrale scritto da Alessandro Genovesi: uno sceneggiatore in crisi con la paura del lieto fine, Ezio, si incontra/scontra con i suoi personaggi. Al centro della sua storia due famiglie costrette a incrociarsi a causa della decisione azzardata dei due figli sedicenni di sposarsi. Fra vecchie case di ringhiera e massaggi cinesi in via Sarpi, il film con Fabio De Luigi contiene anche un meraviglioso omaggio a Milano sulle note di Chopin.

Quali altri film ambientati a Milano avete amato? Scrivetecelo nei vostri commenti!