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Io, nessuno e Polifemo: recensione dello spettacolo di Emma Dante

Marco Valerio 10 anni fa

io-nessuno-polifemo-1Io, nessuno e Polifemo, ovvero Emma Dante alle prese con Ulisse e con il celebre ciclope accecato dal protagonista dell’Odissea.

Lo spettacolo si basa sull’Intervista impossibile a Polifemo, pubblicata nel 2008 da Einaudi nella raccolta Corpo a Corpo, dove Emma Dante ribalta le convenzioni sullo sbarco di Odisseo nella terra dei Ciclopi.

Ascoltando la sua versione dei fatti, attraverso l’intervista che la Dante conduce salendo sul palcoscenico dopo quasi dieci minuti di spettacolo, si scopre che Polifemo non è il mostro brutale che siamo abituati a tratteggiare, ma una specie di gigante buono, che viveva tranquillo nella sua isola in sintonia con la natura, prima che l’arrogante Ulisse venisse a guastarne la pace.

L’invasione del suo territorio e il suo accecamento diventano, allora, gesti simbolici di un comportamento aggressivo e prevaricante, incarnato da Ulisse, figura emblematica della cultura occidentale.

Emma Dante debutta al Teatro Franco Parenti con questo suo nuovo spettacolo che è una rilettura personalissima di un mito epico ma al contempo è una riflessione sul ruolo dell’arte, sul valore della narrazione e sulle potenzialità reinterpretative del teatro.

La storia di Ulisse (interpretato da Carmine Maringola) e Poseidone (Salvatore D’Onofrio) è infatti il pretesto con cui Emma Dante si interroga sul senso della rappresentazione scenica, focalizzandosi anche sul proprio modo di fare teatro, analizzandolo con una sorprendente dose di autoironia.

Ma quello che interessa principalmente la regista e interprete siciliana è l’idea di un teatro capace di scuotere tradizioni e abitudini pigramente assorbite, ricercando invece una messa in scena che riesca ad essere originale e feconda, refrattaria a qualsiasi appiattimento, capace di reinventarsi e reinventare situazioni e storie già conosciute e già raccontante.

Le consuetudini, le parole e le immagini che di questi due personaggi della mitologia greca ci vengono tramandate vengono messe in discussione, trasfigurate creativamente e rielaborate in una chiave di lettura completamente nuova: una delle molteplici chiavi interpretative possibili.

Il testo di Emma Dante è un invito a non fermarsi dinnanzi alle apparenze e alle convenzioni di pensiero indotte, ma ad indagare costruttivamente e con intelligenza attiva tutto ciò verso cui siamo portati a relazionarci, senza dare mai nulla per scontato, tentando anzi di osservare la realtà sempre da un’angolazione diversa e insolita.

Per questo Io, nessuno e Polifemo è uno spettacolo difficilmente catalogabile, ricchissimo di spunti e stimoli, capace di spaziare dal racconto storico volutamente riletto in chiave grottesca al teatro dialettale (con Ulisse e Polifemo che parlano uno straniante napoletano), sempre cadenzato da numeri musicali sorprendenti per vitalità inventiva grazie alle splendide coreografie (studiate da Emma Dante e dalle tre ballerine Federica Aloisio, Giusi Vicari e Viola Carinci) e alla musica elettronica eseguita dal vivo da Serena Ganci.

Io, nessuno e Polifemo è quindi uno spettacolo spiazzante, complesso e stimolante, un’affascinante inno alla curiosità e al folle coraggio di andare oltre le convenzioni, sfidandole e cercando risposte alternative a quelle precostituite.

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